- Mi chiedevo oggi: ma quel che faccio, serve? A loro, ai miei meccanici o manutentori eletttrici serve? Serve saper di poesia? Proprio nel senso antico del termine? Dove con sapere intendo riconoscerla, praticarla, amarla, cercarla. Serve sapere di un libro? Di pagine di carta, di storie che vivono, di personaggi che ci somigliano? Serve passare un’ora a fare la nostra Appendix come quella di Probo del III secolo? Per capire gli sfasamenti della lingua, il substrato latino, il volgare?
- L’alternativa sarebbe studiare la “storia” della letteratura. Come dire quello che altri hanno pensato sui testi degli autori che mi tocca leggere. Il contesto, il contorno.
- Per loro sono vuoti . I testi. Così lontani e incomprensibili come fossero nell’iperuranio. E tuttavia li hanno sentiti nominare e li temono. Li vivono come minaccia e come segno perenne della loro inettitudine. “Li fanno al classico quegli autori . Noi dell’IPSIA no…”
- Sì li fanno al classico anche. Ma noi li affrontiamo lo stesso, di petto peró. Ci entriamo dentro ecco, ci domandiamo come e perché. E ci troviamo continue domande e continue risposte. E poi li smontiamo e li usiamo come testi mentore per imparare a scrivere copiando.
- Ma serve? Mi richiedo. Cosa dovrei offrire loro? Un elenco di fatti, di date, di titoli e autori. Questo fa una cultura? La cultura? Dovrei fare il famoso inquadramento storico. Ecco. Ma a cosa servirebbe se proprio l’abilità di tener insieme le cose cronologicamente a loro vien meno? Non tutti sappiamo e apprendiamo allo stesso modo.
- I miei alunni ( pur avendolo spiegato e detto tante volte) mai si ricordano in che secolo Manzoni sia vissuto. È vero. Non hanno quella testa lì. A loro del secolo non frega nulla. Ma sanno benissimo chi erano Don Abbondio e Fra Cristoforo e della monaca poi non ne parliamo. Sanno di lei e della lotta col padre perché l’abbiamo usata per imparare ad argomentare.
- Basterà? Per la vita forse sì. Per la sera che usciranno dal bar ( come dice la mia amica Loretta) guardarenno il cielo e ricorderanno, anche. Per i meccanismi perversi della scuola non so e purtroppo non credo.
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Serve anche agli allievi degli Istituti Professionali. Poco magari. ma serve