Casca l’asino

Possiamo definire il processo di valutazione come una ricerca di informazioni su tutte le componenti dell’educazione, guidata dalla necessità di assumere decisioni finalizzate a ben calibrare le ulteriori esperienze educative degli studenti e a promuovere conoscenze, competenze e atteggiamenti indicati nei curricoli.”

Questa definizione di valutazione di Visalberghi è vecchia, risale al 1995 , ma a me piace molto.

Mi piace pure quella di Gardner “La Valutazione può essere definita come l’ottenimento di informazioni sulle capacità e le potenzialità degli individui, con il duplice obiettivo di fornire a loro un’utile retroazione e, alla comunità circostante, dati preziosi.”

Entrambe mettono l’accento sulla RETROAZIONE di tale pratica che deve comunque servire all’alunno e ispirare ulteriori esperienze educative al docente. Valutare è dunque aiutare a crescere. In ogni caso occorre avere strumenti adeguati e collaudati, parametri condivisi, fare confronti, paragonare.

Ed ecco che casca l’asino. Casca perchè proprio mentre mi arrabatto sul più delicato dei compiti del docente, mentre calcolo medie, interrogo e mi interrogo, mi accorgo inevitabilmente , tutti gli anni, che lo strumento che vorrei non ce l’ho e che, soprattutto, quella famosa riflessione collegiale con i colleghi non si è fatta e che ognuno, nella sua testa, ha un’idea della valutazione completamente diversa.

Come ricordato da Bruner: “Le convinzioni e gli assunti sull’insegnamento, in una scuola o in qualsiasi altro contesto, sono un riflesso diretto delle convinzioni e degli assunti del docente riguardo all’allievo” così la mia visione di successo o insuccesso, di promozione o bocciatura chiaramente dipendono da ciò che assumo come tale: posso dare più valore a obiettivi disciplinari o alla acquisizione di abilità utili alla vita, posso pensare ad una soglia minima uguale per tutti o invece al massimo successo raggiungibile per ogni singolo studente.

E dunque? Che faccio? A poco vale il consulto con il collega di cui mi fido, utile sì, ma che mi convince ancora di più di quanto sia proprio una questione di sensibilità personale, di differenze sottili, della necessità di una riflessione ponderata che non riesco mai a fare al momento giusto .

Gli studenti sono studenti, persone. Lo strumento che io uso è un numero: come posso racchiudere in un elemento quantitativo una valutazione che è per forza, per sua natura un giudizio e dunque un elemento assolutamente anche qualitativo? Il voto si presenta come numero ma non lo è affatto, perchè è frutto di un giudizio e di una mediazione. So bene che la misurazione non è valutazione, ma solo una fase di essa. Non so.

E poi i percorsi sono sempre diversi: solo io so quanto Pinco ha lavorato o non ha lavorato per quel 6 o quanto le difficoltà familiari di Pallo hanno pesato sul suo viaggio scolastico quest’anno.

A me interessa essere onesta con gli allievi, non ingannarli e neanche illuderli. So che valutare è la parte più difficile della funzione docente e non voglio nascondermi dietro le solite scuse. Alla fine clicco sulla tendina a scorrimento del registro on line e infilo sfilze di numeri nelle caselle giuste.

Mi rincuoro pensando che comunque ho ancora tre giorni di lezione, che userò anche per parlare con Pinco e con Pallo, per farli riflettere con me sul senso di quel numero che racchiude in sè la loro intera vita di studenti, nella mia classe, quest’anno.

Un numero solo, per tante persone, tutte diverse.

valutazione

About sabinaminuto

Insegno lettere nella scuola secondaria di II grado, a Savona, a metà strada tra il mare e le montagne. Collaboro con il gruppo IWT, per cui sono anche formatrice. Mi interesso di teatro sociale con T21. Viaggio. Scrivo.
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4 Responses to Casca l’asino

  1. Andreas says:

    la valutazione è il buco nero della formazione

    • Luciab says:

      Non mi arrendo a quest’idea, prof. La valutazione deve servire da feedback all’allievo e al formatore. Ai miei studenti dico che il voto è “una foto istantanea di un momento lungo un percorso”. Poi se necessario si fanno altre esercitazioni e si scatta un’altra foto. Nell’ottica del cammino e mostrando la meta. Due elementi, questi, che aiutano a dare significato ad un’esperienza che talvolta può essere molto frustrante per uno studente.
      Ora però vado a continuare la mia riflessione su di un post apposito, in Amentia Verna. Perché riflettere sulla valutazione è un altro dei miei pallini, e Sabina ha messo molta carne al fuoco e non vedo l’ora di continuare la conversazione con lei!!!

  2. Sabina says:

    Ci vediamo sul blog!

  3. Pingback: Scoprendo e riscoprendo… [3] (valutazione) « Laboratorio Online Permanente di Tecnologie Internet per la Scuola – #loptis

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